di Valeria Palumbo
pubblicato su La 27esima Ora, Corriere della Sera, 1 aprile 2021

Ti senti sicura quando giri per la città? Ti fidi a camminare di notte? Trovi che i servizi, i mezzi di trasporto, i luoghi di lavoro, i negozi, le scuole, rendano la tua vita più facile? Pensi che per gli uomini sia tutto più semplice? Ti sei trovata in difficoltà, per esempio, in periodi di zona rossa per la mancanza di bagni pubblici? Tutte queste domande, molto concrete, su quanto la città, e in particolare Milano, sia a misura di donne, sono diventate, in questi ultimi tempi ancora più urgenti. Sono molti i gruppi di architette (e architetti) e di urbaniste (e urbanisti) che ci lavorano. Anche sulla scorta di nuovi approcci, micro-interventi, che, senza impegnare fondi o tempi importanti, riescono a rendere più piacevole la vita nei quartieri. Per la 27esima ora, per esempio, avevamo intervistato sul tema la docente universitaria e urbanista Claudia Mattogno che, proprio in questo periodo e sino a fine maggio, ha organizzato, per la Sapienza di Roma, cinque seminari online Tecniche Sapienti. La presenza femminile nell’Ateneo Sapienza (1910-1968), sul contributo di architette, urbaniste e ingegnere e altre figure professionali femminili alla progettazione delle città e dei territori.

A che punto è Milano

Adesso però arriva anche un questionario online perché tutte le milanesi dicano la loro. Lo propone Sex & the City, ovvero il duo di architette-ricercatrici urbane Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, il cui progetto ha vinto, poco più di un anno fa, la call Urban Factor di Milano Urban Center – il think tank sulla città guidato dal Comune di Milano insieme a Triennale Milano. L’obiettivo delle due studiose è leggere, attraverso diverse lenti, che vanno dallo spazio domestico a quello pubblico, dalla condizione lavorativa femminile ai servizi offerti dalla città per le donne, a che punto sia Milano.

Le donne variano percorso

La ricerca di Sex&TheCity aveva cercato di comprendere quanto Milano sia inclusiva e accogliente, e quanto le donne e chi non appartiene al genere maschile si senta a suo agio nell’uso degli spazi e dei servizi. Il tutto prendeva spunto da diverse e sempre più numerose ricerche internazionali che sottolineano come uomini e donne usino lo spazio pubblico in modo diverso. In particolare le donne variano i loro percorsi quotidiani, i luoghi che attraversano e l’orario di molte delle loro attività, per paura e per percezione di insicurezza. Certo, e va sottolineato, la presenza dei bagni pubblici, la capillarità degli asili nido, la possibilità di muoversi in carrozzina o con un passeggino, la diffusione dei giardini pubblici, non sono aspetti che migliorano soltanto la vita delle donne.

Continua a leggere su La 27esima Ora […]