Un corso di formazione sulla relazione tra genere e spazio domestico
TEMI AFFRONTATI
Dalla seconda metà del Novecento, sull’onda delle nuove istanze femministe e di riformulazione dei ruoli precostituiti nelle mansioni domestiche, diversi progetti urbani e architettonici cominciano a elaborare soluzioni il cui obiettivo è rendere collettivo il lavoro riproduttivo non retribuito, e si comincia così a ragionare sull’idea di comunità di sostegno alle donne. Negli ultimi cinquant’anni è aumentato l’isolamento delle famiglie nelle loro abitazioni in cui si svolgono tutte le mansioni “domestiche” quali la cura degli spazi, la gestione del cibo, l’allevamento dei figli, ecc., che ancora oggi gravano maggiormente sulle donne.
La pandemia ha fatto emergere l’insufficienza degli spazi domestici e i perduranti squilibri di genere nei carichi di cura, comportando per molte donne la rinuncia al lavoro retribuito nell’impossibilità di conciliarlo con la vita privata e il lavoro di cura. In questo quadro il progetto per l’abitare può contribuire a ripensare l’organizzazione del lavoro di cura e di ciò che le case ripropongono più o meno consapevolmente nella propria definizione spaziale.
Questo ciclo di lezioni prova a fare luce sulla ricerca progettuale nell’ambito della pianificazione urbana e dell’architettura intorno a questo tema, a partire dalle prime rivendicazioni di fine Ottocento, passando dai contesti femministi degli anni Settanta, fino al concetto di co-housing nella contemporaneità.
Il corso è on-demand e aperto a chiunque voglia partecipare, iscritte/i agli Ordini degli architetti di tutt’Italia (in quel caso sono previsti 2 CFP per ogni lezione), ma anche studenti/esse, o studiose/i in generale.
PROGRAMMA DELLE LEZIONI
🔵 La collettivizzazione del lavoro riproduttivo nel progetto dell’abitare
L’incontro si concentra sul legame tra la figura femminile e lo spazio domestico nella storia e su come questo abbia costituito la base delle prime rivendicazioni femminili e femministe a partire dalla seconda metà dell’Ottocento con le attività condotte dalle Femministe Materialiste negli Stati Uniti. La necessità è quella di ripensare lo spazio domestico affinché risponda al bisogno di collettivizzare il lavoro di cura: dai falansteri di Fourier alle Garden Cities, la lezione ripercorre i primi esperimenti progettuali che pongono al centro le necessità delle donne.
🔴 Progetti di abitare collettivo femminile: Europa dal 1900 al 1980
Diverse soluzioni progettuali si susseguono nel corso del Novecento nel tentativo di interpretare le istanze femminili di liberazione e collettivizzazione del lavoro di cura, portando a sintesi la precedente fase di ripensamento in merito all’abitare e alla sua concezione ormai consolidata nel sistema capitalistico come il luogo del lavoro riproduttivo.
🟡 Come sarebbe una città non sessista? Le ricerche urbane di Dolores Hayden e l’esperienza di Matrix
La lezione ripercorre i progetti più significativi fino agli anni Settanta. È poi nel 1980 che Dolores Hayden pubblica il famoso testo What would a non-sexist city be like? immaginando città ripensate a partire da questi presupposti, e negli stessi anni la città sarà al centro delle ricerche del collettivo femminista Matrix.
🟢 L’abitare collettivo contro l’isolamento dei nuclei familiari
Le famiglie oggi non rispondono più a un modello ideale: sempre più ridotte e isolate, non possiedono più la capacità di costituire una rete sociale di supporto alla vita quotidiana. A loro volta le case non assolvono più alla sola funzione abitativa, bensì sono sempre più spesso oggetto di sovrapposizione tra lavoro produttivo e riproduttivo. Come ripensare lo spazio domestico a fronte di questo nuovo scenario? La lezione proverà a fare luce sulle ricerche e sui progetti contemporanei più rilevanti intorno a questi temi.
CREDITI FORMATIVI, COSTO E PAGAMENTO DEL CORSO
4 incontri frequentabili solo singolarmente in webinar, su richiesta
a cura di Sex & the City
con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Bergamo e Fondazione Architetti Bergamo
Le lezioni hanno la durata di due ore ciascuna. Ai/alle partecipanti saranno fornite le slide del corso, la bibliografia della lezione e, ove presenti, alcuni materiali bibliografici per chi avesse interesse ad approfondire le tematiche trattate.
Sono riconosciuti 2 CFP per architette e architetti per ogni lezione
Per iscrizioni e costi, tutte le informazioni sono disponibili sul sito di Fondazione Architetti Bergamo