14 novembre 2022
Intervista su Radio Svizzera Italiana, condotta da Anna Pianezzola

Ascolta la puntata a questo link.

Le nostra città sono patriarcato scritto in pietra, mattoni vetro e cemento, scriveva alla fine degli anni ‘90- in una frase ormai diventata celebre – la geografa femminista Jane Darke. Il pensiero della quale si ricollega ad una miriade di pubblicazioni femministe volte ad indagare, con occhiali nuovi, lo spazio pubblico delle nostre città impermeabile, per secoli, all’universo femminile. Perché, secondo un’affermazione della giovane attivista britannica Caroline Criado-Perez- ancora oggi- “quando i pianificatori non tengono conto del genere, gli spazi pubblici diventano di default spazi maschili”.

Come per il linguaggio verbale, lo spazio urbanistico e architettonico non è neutro. E quindi, in seguito all’evoluzione socioeconomica e culturale della società, è tempo di pensare ad una città che rifletta in modo concreto le esigenze e i bisogni delle donne e delle altre minoranze in genere andando oltre le tradizionali visioni stereotipate delle persone e delle comunità.

Ne ragioniamo oggi con l’architetta Azzurra Muzzonigro, ricercatrice urbana indipendente, co-curatrice con l’architetta Florencia Andreola del progetto di ricerca commissionato dalla città di Milano Sex and the City, nell’ambito del quale è nato Milano Atlante di genere volto ad indagare gli intrecci fra studi urbanistici e studi di genere nel capoluogo lombardo, con riferimenti anche ad alcune città virtuose come Vienna e Barcellona.