Maria Michela D’Alessandro su La Svolta il 4 marzo 2022

La maggior parte dei luoghi in cui viviamo sono stati progettati da uomini per uomini. Dall’Italia al Messico, una nuova urbanistica studia come potremmo riconvertire gli spazi a misura di tutti

Immaginate di aprire la mappa della vostra città e cercare una toilette pubblica pulita per cambiare un pannolino, un ambulatorio con i servizi per l’infanzia o una farmacia dove trovare la pillola del giorno dopo. Non una utopia ma l’idea di fondo dell’urbanistica di genere, per ripensare gli spazi pubblici.

Intrecciare gli studi urbani con quelli di genere per vivere le città in modo diverso: ci hanno pensato due architette e ricercatrici urbane, Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, curando il progetto Sex & the City, commissionato da Milano Urban Center, da cui è nato Milan Gender Atlas (edito da LetteraVentidue). Non solo uno studio per indagare le esigenze delle donne e delle minoranze nello spazio pubblico, ma un atlante in grado di fornire alle amministrazioni gli strumenti teorici e pratici per elaborare politiche pubbliche più attente al genere.

«Il presupposto di base» spiega a La Svolta l’autrice di Milan Gender Atlas Florencia Andreola, «è che le nostre città sono patriarcali perché sono state progettate dagli uomini per gli uomini».

Non è facile sviluppare uno studio sull’urbanistica di genere in Italia, perché mai realizzato prima: «Abbiamo studiato testi spagnoli e anglosassoni, anche se poi la nostra lettura di genere è stata inedita» continua Florencia Andreola. «Il libro è analitico e non pratico, è uno strumento utile per poter immaginare politiche per la città in maniera concreta, per capire cosa manca per migliorarle».

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