È online il questionario per conoscere e progettare una Milano inclusiva.

Pubblicato su UrbanFile, 28 aprile 2021

Avete mai fatto caso al fatto che le donne usano la città in maniera diversa dagli uomini? Sapevate che le donne selezionano i loro percorsi quotidiani, scelgono i luoghi da attraversare e valutano l’orario di molte delle loro attività in base a un condizionamento dato dalla paura e dal senso di insicurezza? Forse no, anche perché ad oggi gli studi sul differente uso dello spazio pubblico in base al genere sono piuttosto scarsi, soprattutto in Italia.

Sex & the City, progetto di ricerca vincitore della call Urban Factor di Milano Urban Center del Comune di Milano insieme a Triennale Milano, sta lavorando su questo tema, in particolare sulla città di Milano, e si propone di guardare la città da una prospettiva di genere misurando a che punto si trovi in tema di inclusività. Milano è un caso studio, ma tutte le città dovrebbero essere guardate da questo punto di vista.

Le differenze di uso e di percezione vanno dallo spazio domestico a quello pubblico, e molto di questo dipende dalla condizione lavorativa femminile ai servizi offerti alle donne, sulla base delle esigenze specifiche. Da questo punto di vista sono importanti molti fattori diversi, come la presenza di servizi igienici accessibili, giardini pubblici, asili nido e la possibilità di muoversi in carrozzina o con un passeggino. Fattori che misurano anche la capacità di includere diversi target ed esigenze.

Molte ricerche mostrano che l’uso della città è differente in base al genere anche e soprattutto a causa dello svolgimento del lavoro di cura (accudimento figli o anziani, spesa e commissioni, ecc.), impegno per lo più non retribuito che purtroppo ancora oggi grava per il 75% sulle spalle delle donne. La quotidianità di chi ha questo tipo di responsabilità si caratterizza per un pattern di mobilità poligonale e frammentato, diverso dal tipico pendolarismo standard. Quello dei caregiver è uno dei tanti target che abitano le nostre città, che si muove in maniera peculiare, spesso locale e pedonale. Osservare le specificità legate ai diversi usi della città è utile perché, come dice Caroline Criado Perez nel suo libro Invisibili, «quando i pianificatori non tengono conto del genere, gli spazi pubblici diventano di default spazi maschili».

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