di Emanuela Colaci e Giorgia Fenaroli, 8 marzo 2021

Dall’azione di Non una di Meno al progetto “Sex & the City” delle architette Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, anche la città può essere letta attraverso una prospettiva di genere


Secondo l’ultimo censimento di “Toponomastica femminile,” basato sui dati del Comune di Milano, in città ci sono in totale 4.250 luoghi pubblici, tra strade, vie e piazze. Di questi, soltanto 141 sono intitolati a donne. Quelli dedicati agli uomini sono 2.538, quasi 20 volte di più. Le donne vengono dopo i nomi di montagne, di fiumi e persino dei fiori. Se poi ci si sofferma sui criteri di classificazione delle intitolazioni, si scopre che 47 strade sono dedicate a Madonne, sante, religiose, benefattrici. Meno delle figure politiche e storiche, che sono 35. Solamente due vie sono intitolate a scienziate e 7 alle artiste.

Per celebrare l’8 marzo, giornata di lotta e di sciopero femminista, le attiviste di Non una di meno (Nudm) hanno modificato le targhe di diverse le strade di Milano, che hanno cambiato nome per celebrare la storia delle donne. “Piazzale Luigi Cadorna” è diventato “piazza Rita Hester,” donna afroamericana e transgender assassinata nel 1998 in Massachusetts. “Via Mogadiscio,” capitale somala, è diventata “piazza Isabella Marincola,” antifascista di origine somala. “Le vie e le piazze della nostra città sono quasi sempre dedicate a uomini e a persone bianche,” hanno scritto le attiviste sulla loro pagina Facebook. Rita Hester, Sylvia Rivera, le sorelle Mirabal, Ipazia, Rossana Rossanda, Marielle Franco, Tina Modotti: sono solo alcuni dei 21 nomi delle donne scelti per l’azione femminista — e se passeggiando per il centro avete letto “via della Figa,” non avete avuto un’allucinazione.

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